14 dicembre 2018
Leggiamo, da un articolo locale, che sono ormai terminati i lavori delle nuove microaree per i Sinti di Carpi nella zona della piscina. Possiamo archiviarlo con il nome di "Progetto Beffa"; infatti il finanziamento regionale era stato stanziato per il superamento dei campi nomadi tradizionali, intesi come zone dove stavano più famiglie. Il trucco progettuale altro non è che una divisoria creata da una rete/siepe che crea due ingressi separati. Fine. La nostra memoria ci riporta al periodo in cui i nostri amministratori dichiaravano come il Comune non avesse intenzione di mettere a disposizione dei Sinti nessuna area di proprietà pubblica e, finito il tempo dell'assistenzialismo, sarebbe scattato il sostegno a percorsi di autonomia personale. Queste autonomie personali in realtà si chiamano "soldi pubblici" nella somma di 103mila euro per i lavori e nel suolo di proprietà comunale. Sottolineando una promessa amministrativa mancata, ricordiamoci la logistica definitiva: a ridosso del nuovo impianto natatorio, arroccato a quello vecchio ormai rimasto solamente per coprire la loro dimora. A ridosso inoltre di una palestra e di un polo scolastico. Anche in questa occasione, il coraggio di scelte scomode è stato sostituito dalla comodità di scelte di più semplice gestione.
Anche in questa occasione l’amministrazione di Carpi è in ritardo paradossale (circa trenta anni): infatti le microaree erano sollecitate dalla Regione intorno agli anni ’90. Passeranno altri trenta anni e raggiungeremo l’obiettivo dell’autonomia personale dei Sinti. Questo se nulla dovesse cambiare nel 2019, ma cambierà.
FIRMATO
LISTA CIVICA CARPI FUTURA