Descrizione
A sette anni la scrittrice Helga Schneider conobbe Hitler che la ricevette nel bunker dove si era rifugiato insieme a un gruppo di bambini, i cosiddetti “piccoli ospiti del Fuhrer”. E gli ultimi mesi del dittatore sono al centro del libro dell’autrice “Hitler. Mai prima di mezzogiorno” (Oligo, 2025) che sarà presentato giovedì 22 maggio, alle 20.45, all’auditorium San Rocco, a ingresso libero.
La serata, condotta dal giornalista Pierluigi Senatore, è l’appuntamento che chiude la stagione di “Ne vale la pena”, la rassegna di incontri con gli autori promossa dalla Biblioteca Loria.
A metà strada tra il romanzo e il saggio narrato, “Hitler. Mai prima di mezzogiorno” racconta la fine del Fuhrer con la voce di una delle ultime testimoni dirette dell’orrore nazista, allora bambina, nascosta a pochi isolati di distanza dal bunker della cancelleria. Lontano dalla narrazione cinematografica consolidata, Hitler viene raccontato per quello che è alla fine della guerra: non più l’uomo forte del regime, ma una larva malata, tenuta in piedi a fatica e a forza di psicofarmaci, eppure ancora capace di attimi di perversa lucidità. L’autrice di “Il rogo di Berlino” (Adelphi) mette a nudo la verità storica e la rende un monito, oggi attuale più che mai, contro ogni deriva autoritaria.
L’appuntamento con Helga Schneider, commenta l’assessore alla Cultura del Comune di Carpi Giuliano Albarani, “arricchisce ulteriormente il palinsesto di una rassegna che porta a Carpi figure eminenti della cultura, dello spettacolo e della società civile. In questo caso, anche grazie a una proficua collaborazione con la Fondazione Fossoli, possiamo ascoltare una delle voci più importanti degli ultimi anni per quanto riguarda il racconto memoriale sulla Seconda guerra mondiale”.
Nata nel 1937 in Slesia, allora territorio tedesco assegnato alla Polonia dopo la guerra, nel 1941 Helga Schneider, insieme al fratello più piccolo Peter, mentre il padre è al fronte, viene abbandonata a Berlino dalla madre che si arruola come ausiliaria nelle SS e che diventerà guardiana prima nel campo di sterminio di Ravensbrück e poi in quello di Auschwitz-Birkenau. Dal 1963 vive in Italia, a Bologna, dove ha svolto l’attività di giornalista prima di diventare scrittrice. Nel 1971, dopo aver saputo che la madre, dopo essere stata condannata dal Tribunale di Norimberga a sei anni di carcere come criminale di guerra, è ancora in vita e la va a trovare a Vienna per scoprire che non ha rinnegato nulla del suo passato di cui, anzi, va orgogliosa. Un secondo incontro, ugualmente sconvolgente, avviene anche nel 1998. Tra le maggiori autrici di narrativa per ragazzi, è diventata famosa grazie al romanzo “Il rogo di Berlino”, scritto nel 1995 e divenuto un caso letterario proprio per il forte tema affrontato.