In Consiglio la discussione sull’agrivoltaico Cascinetto

Respinta la delibera sulla variante urbanistica per l’elettrodotto: no di FdI e Carpi civica; la maggioranza non partecipa al voto. Sì a mozione che chiede nuove norme

In Consiglio la discussione sull’agrivoltaico Cascinetto
In Consiglio la discussione sull’agrivoltaico Cascinetto

Descrizione

Il Consiglio comunale di Carpi ha respinto la delibera sulla variante urbanistica con apposizione del vincolo espropriativo per la costruzione di un elettrodotto a servizio dell’impianto agrivoltaico Cascinetto per il quale è in corso il procedimento di Autorizzazione unica. La delibera, illustrata in aula dall’assessore all’Urbanistica Alessandro Di Loreto, ha ottenuto il voto contrario dei gruppi Fratelli d’Italia e Carpi civica mentre i gruppi di maggioranza (Pd, Carpi a colori, Alleanza verdi sinistra) non hanno partecipato al voto “in segno di protesta – come ha affermato il sindaco Riccardo Righi in dichiarazione di voto – contro una legge nazionale che priva i Comuni della facoltà di pianificare il proprio territorio e di governarne le trasformazioni”.
Nel suo intervento, il sindaco ha sottolineato che la legge chiede al Consiglio di esprimersi sulla variante urbanistica e non sull’autorizzazione all’impianto agrivoltaico, “per il quale la competenza è sovraordinata. Il problema, infatti, è normativo: la legge nazionale priva Comuni e Regioni della capacità di pianificare il territorio, impedendo loro una vera programmazione. E il Governo non ha ancora adottato misure per correggere questa distorsione”. Il punto, ha aggiunto ancora, non è esprime un giudizio sull’agrivoltaico o sulla transizione energetica “che sosteniamo”, ma trovare il modo “di lavorare insieme su un tema che riguarda l’intero territorio”. Infine, Righi ha espresso piena fiducia nel lavoro degli uffici comunali, riconoscendo la correttezza del percorso tecnico della delibera, “un atto dovuto, che non nasce da un indirizzo del Consiglio, da una proposta degli uffici o da un atto dell’amministrazione ma da una procedura meramente tecnica e sovraordinata”.
Motivando il voto contrario di Fratelli d’Italia, dopo gli interventi dei consiglieri Cortesi, Boccaletti e Fieni che hanno affermato che Fossoli “ha già dato tantissimo” chiedendo “cosa è stato fatto finora per tutelarlo” e come mai non si siano fatte assemblee per informare i cittadini, la capogruppo Annalisa Arletti ha convenuto che “il Consiglio non sarebbe stato interpellato se non ci fosse stata necessità della variante urbanistica con vincolo espropriativo”. La consigliera ha proseguito affermando che “il Governo ha bloccato il fotovoltaico e che la norma nazionale nasce con un’impostazione sensata: l’agrivoltaico rende redditizi terreni che non lo sono più. Ma il voto è contrario perché non sappiamo se tutte le richieste di approfondimento e le prescrizioni a carico del gruppo energetico che installerà l’impianto siano state realmente messe in campo e non sappiamo ancora chi coltiverà quei terreni”. Arletti, infine, ha ribadito che “l’impianto agrivoltaico sarà collocato su un’area già compromessa a causa di scelte sbagliate compiute in passato”.
Per Carpi Civica, Monica Medici ha votato contro la delibera sostenendo che l’atto “è incostituzionale, a partire dal percorso iniziato con il parere degli uffici dell’allora assessore Righi che faceva riferimento a una legge del 2021 ignorando la tutela dell’ambiente inserita in Costituzione nel 2022”. Secondo Medici l’impianto non potrà essere “agrivoltaico, perché lì sotto sarà impossibile coltivare, lo spazio è troppo poco e non è previsto alcun sistema di irrigazione. Di fatto – ha aggiunto la consigliera – come evidenziato da una sentenza della Corte di Cassazione si configura un’occupazione di suolo: consumiamo ettari di terreno agricolo in una delle aree più inquinate d’Europa mentre in questa città non possiamo permetterci di perdere nemmeno un grammo di ossigeno”. Medici si è soffermata anche sull’azienda che ha richiesto l’autorizzazione per l’impianto, Sonnedix Leonardo, “una srl fondata nel 2023 con un capitale sociale di 10 mila euro, posseduta da altre società fino ad arrivare, in un sistema di scatole cinesi, a un fondo americano a cui, di fatto, stiamo dando il potere di espropriare la terra dei carpigiani. Un fatto molto grave a cui voto contro”.
Nella stessa seduta, il Consiglio comunale ha discusso una mozione sugli impianti foto e agrivoltaici nel territorio carpigiano presentata dai gruppi di maggioranza che è stata approvata con il voto a favore dei proponenti e di Carpi Civica (contrario il gruppo di Fratelli d’Italia). Nel documento si sottolinea che la transizione energetica e il passaggio alla produzione di energia da fonti rinnovabili sono un obiettivo importante a cui ogni territorio deve dare il proprio contributo “avendo però la possibilità di partecipare attivamente alla programmazione e pianificazione” e realizzando uno sviluppo rispettoso e sostenibile che non impoverisca l’attività agricola, preservi il valore paesaggistico-ambientale e contrasti operazioni che non portano vantaggi alla comunità locale.
Si invita quindi la Giunta a chiedere a Regione e Governo di emanare norme e regolamenti che consentano al Comune di Carpi e a tutti i Comuni in situazioni analoghe di valutare i progetti di impianti in territorio rurale nell’ambito di un quadro normativo che limiti la concentrazione degli impianti stessi in determinati ambiti, consenta di valutare alternative che non comportano uso di suolo, preveda la partecipazione delle comunità locali in collaborazione con i diversi livelli istituzionali per la tutela del paesaggio. Invita, inoltre, a richiedere norme e regolamenti che assicurino uno sviluppo ordinato degli impianti, individuando, per esempio, soglie comunali ragionevoli rispetto alla Superficie agricola utilizzata e che mettano al riparo il settore da meccanismi speculativi rispetto al cosiddetto “capacity market”. E ancora, nel caso in cui la Conferenza dei servizi approvi il progetto, l’ordine del giorno invita a massimizzare l’indennizzo da richiedere ai proponenti, destinando le risorse ottenute al territorio su cui sorgono gli impianti attraverso un percorso partecipato con la comunità interessata. Infine, invita ad aprire un confronto sul tema a livello regionale e nazionale e a promuovere assemblee pubbliche locali.

Data: 28 Febbraio 2025

Tipo di notizia

Comunicato Stampa

Ultimo aggiornamento: 31 Marzo 2025, 14:54