Descrizione
“Siamo consapevoli del ritardo dei lavori nel cantiere di via Roosevelt, generato da una concomitanza di fattori avversi, ne siamo dispiaciuti ed esprimiamo le nostre scuse ai residenti e ai commercianti della zona per i disagi che stanno subendo. Ma siamo impegnati, con la massima diligenza, a gestire le cause che hanno determinato i rallentamenti e stiamo lavorando per trovare la soluzione migliore affinché il proseguimento dei lavori sia regolare e il cantiere si concluda nel più breve tempo possibile, entro la fine dell’autunno”.
Lo ha affermato l’assessora all’Ambiente del Comune di Carpi nel corso del Consiglio comunale dedicato ai lavori di via Roosevelt, che si è svolto giovedì 26 giugno, rispondendo all’interrogazione presentata dal gruppo di Fratelli d’Italia. L’interrogazione, illustrata da Federica Carletti, chiedeva i criteri che hanno determinato la scelta di realizzare in via Roosevelt il progetto sperimentale di desigillazione, il cronoprogramma, il motivo dei ritardi e delle variazioni apportate al progetto. Insieme all’interrogazione, all’ordine dei lavori del Consiglio anche due ordini del giorno sul tema presentati da Fratelli d’Italia e da Forza Italia.
Nel fare il punto sull’andamento del cantiere, l’assessora Pedrazzoli ha ricordato, in premessa, che il progetto di rigenerazione, finanziato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, prevede la trasformazione di un tratto di circa 350 metri della strada in un corridoio ecologico urbano con l’obiettivo di migliorare la qualità ambientale e la vivibilità dell’area e di renderla più bella e attrattiva anche a vantaggio delle attività commerciali. Un ulteriore motivo è ridurre l’incidentalità (169 gli incidenti dal 2009 a luglio 2024) di una strada attraversata da un traffico intenso progettando un sistema meglio organizzato e che impedisce manovre e soste scorrette.
La scelta di via Roosevelt per il progetto è stata determinata a seguito di una valutazione tecnica effettuata con l’Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile (Aess) di Modena, che ha supportato il Comune nella fase di candidatura del progetto, che poi ha ottenuto un ottimo punteggio, al bando del ministero dell’Ambiente. Oltre all’effetto “isola di calore” che caratterizza la strada a causa del tessuto residenziale compatto, delle aree produttive e della scarsità di vegetazione, determinanti sono stati la vulnerabilità alle piogge, in particolare la presenza di due vaste aree (le vie Bonasi e Martiri di Fossoli, Lago d’Idro e Lago Maggiore) soggette ad allagamento in caso di piogge torrenziali, come riportato dal Piano d’emergenza comunale di protezione civile, e la sezione stradale idonea a rispondere agli scopi del progetto e agli obiettivi sperimentali degli interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
L’assessora ha spiegato anche i fattori che hanno causato l’allungamento dei tempi del cantiere: oltre al maltempo (con quaranta giorni di “inclemenza stagionale” tra gennaio e aprile) e a un rallentamento dovuto alla scelta di mantenere sempre aperto il traffico veicolare sul tratto interessato, per ridurre al minimo le ricadute sul commercio, il mancato rispetto della tempistica prevista inizialmente è stato causato dalla presenza di sottoservizi (linea di media pressione del gas) interferenti con il cantiere di cui è stato possibile rilevare la posizione esatta solo in fase di esecuzione e da una variazione significativa delle opere a sostegno della massicciata stradale necessarie per evitare crolli parziali del fronte di scavo con pericolo per gli operatori del cantiere e con il rischio di compromettere le corsie stradali da mantenere aperte al traffico.
Un ulteriore fattore di allungamento dei tempi è stato, infine, il ritardo da parte del direttore dei lavori, esterno all’amministrazione, nel definire e presentare il nuovo assetto progettuale di variante richiesto già a marzo dal Tavolo tecnico congiunto, a seguito dei problemi emersi e delle numerose comunicazioni dell’impresa esecutrice dei lavori, e consegnato dal direttore dei lavori, nonostante i ripetuti solleciti da parte dell’amministrazione, solo il 23 giugno.
In attesa della perizia di variante, il cantiere è stato sospeso (a partire dal 25 maggio), anche se nel frattempo l’amministrazione ha continuato a lavorare con i responsabili del cantiere per adottare le misure correttive funzionali a ottimizzare gli step successivi dell’intervento.
La variante presentata dal direttore dei lavori si concentra sulla realizzazione di un’area di rispetto per la linea di media pressione del gas tra via Lago di Bracciano e via Martiri di Fossoli, sulla diversa soluzione tecnica adottata per il sostegno della massicciata stradale, sull’aumento di spese di trasporto e oneri di discarica, sulle numerose ed eterogenee situazioni negli spessori del “bitumato” nel tratto tra via Lago d’Idro e la chiesa parrocchiale, emerse solo in fase di rilievo e di esecuzione di dettaglio durante l’esecuzione delle opere, che avrebbero comportato modifiche al progetto non sostenibili economicamente. A seguito dei problemi verificatisi, il direttore lavori, nel presentare la perizia, ha dichiarato di rinunciare al compenso tecnico spettante per il progetto della variante stessa. Dopo aver ricevuto la perizia di variante, l’amministrazione sta verificando le motivazioni e i giustificativi addotti e valutando eventuali contestazioni di merito e l’avvio di azioni conseguenti.
I tempi per la conclusione dei lavori, prevista entro la fine dell’autunno, sono di 14 giorni per le opere di messa in quota della cunetta, di 30 giorni per la conclusione delle opere nell’area 2 (fino a via Divisione Acqui) e di 45 giorni per la conclusione delle opere nell’area 3 (intersezione con via Lago d’Idro).
In replica, la consigliera Carletti ha definito “illogica” la scelta del tratto di strada in cui realizzare il progetto e ha affermato che il cantiere “è la dimostrazione della negligenza dell’amministrazione”.