Descrizione
Sul futuro della casa vacanze Hotel Valparadiso di Borgo Valsugana sono in corso valutazioni da parte dell’amministrazione comunale, che non ha ancora preso alcuna decisione ma sta vagliando ipotesi diverse come, per esempio, la locazione dell’immobile, la concessione della gestione, l’accordo con altre pubbliche amministrazioni, la vendita. Lo ha annunciato l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Carpi Paolo Malvezzi che, nella seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 13 novembre, ha risposto all’interrogazione presentata dai gruppi di maggioranza (Pd, Avs, Carpi a colori).
Le condizioni attuali dell’immobile, le risorse necessarie per renderlo di nuovo adeguato al soggiorno, i proventi per l’utilizzo ottenuti in passato, al centro dei quesiti posti nell’interrogazione, sono i presupposti sui quali si basano le valutazioni sul futuro della struttura.
L’immobile, ha spiegato l’assessore, come risulta dai sopralluoghi eseguiti ogni sei mesi dai tecnici del settore Opere pubbliche, è in buono stato conservativo sia per quanto riguarda i muri e le coperture sia per quanto riguarda finiture e infissi. L’amministrazione mantiene, infatti, un presidio di manutenzione ordinaria della struttura che riguarda anche, tra le altre cose, la conduzione dell’impianto di riscaldamento per scongiurare il congelamento durante l’inverno, e la conduzione dell’impianto di potabilizzazione dell’acqua per impedire la proliferazione di agenti patogeni.
Per ipotizzare la riapertura della casa vacanze alla massima capienza sono comunque necessari interventi sia sulla struttura sia sugli impianti. In particolare: per ottenere il rinnovo del certificato di prevenzione incendi, bisogna risolvere il problema di una pressione dell’acqua inferiore al minimo previsto per legge; è necessaria una verifica generale dell’impianto di rilevazione incendi; impianto elettrico e impianto idrico-sanitario, seppur funzionanti, sono vecchi e necessitano di una revisione completa così come il locale docce del primo piano per il quale si deve adeguare l’accesso, ora promiscuo, sia alle docce sia ai servizi igienici; è necessario ritinteggiare e sanificare i locali. I costi stimati per eseguire solo gli interventi di minima ammontano a 350 mila euro. In questa somma, ha specificato l’assessore, non rientra alcuna modifica della partizione interna dei locali (14 camere con bagno in comune ogni due camere, 23 camere senza bagno e due blocchi bagni/docce in comune) che potrebbe non rispondere più alle esigenze attuali degli utilizzatori.
Infine, va considerato che negli ultimi anni di utilizzo prima della chiusura nel 2021, la casa vacanze non ha mai raggiunto il pareggio di bilancio anche nei momenti di maggior frequentazione.
Tra le ipotesi per il futuro della struttura, approfondite dagli uffici e sulle quali sono in corso le valutazioni dell’amministrazione, ci sono: la locazione dell’immobile a terzi che garantirebbe al concessionario ampia discrezionalità organizzativa e gestionale a fronte di un ridotto controllo dell’amministrazione sulle modalità gestionali poiché si tratterebbe di un rapporto prevalentemente patrimoniale. La concessione a terzi della gestione della struttura che, previa effettuazione dei necessari interventi tecnici di adeguamento da parte dell’amministrazione, potrebbe consentire di definire con maggiore dettaglio gli aspetti gestionali e i requisiti prestazionali. Ciò a fronte, però, di complessità rilevanti già in sede di predisposizione della gara e di valutazioni realistiche, anche di natura economico-finanziaria, sulla sostenibilità dell’operazione da parte degli operatori economici. Le caratteristiche della struttura, con camere e servizi igienici comuni, e l’attuale tipologia di esercizio extra-alberghiero potrebbero rappresentare vincoli negativi, con il rischio di non incrociare la domanda di soggetti terzi interessati, come peraltro già rilevato dalla mancanza di proposte concrete pervenute a oggi.
La terza ipotesi allo studio è l’accordo con altre pubbliche amministrazioni che consentirebbe, sempre previa effettuazione degli interventi necessari, di definire eventuali attività congiunte, valutando in particolare la conferma dell’interesse, anticipato per le vie brevi negli anni precedenti, degli enti locali trentini che avrebbero gestione e utilizzo nelle modalità che ritengono più opportune ma riservando al Comune di Carpi la possibilità di utilizzare la struttura in determinati periodi per soddisfare le esigenze della comunità carpigiana.
Una quarta ipotesi è la vendita: l’immobile è stato acquistato dal Comune di Carpi nel 1972 per 103 milioni di lire. In considerazione delle complessità gestionali e manutentive della struttura, l’alienazione mediante procedura a evidenza pubblica, e ai valori correnti di mercato per quel tipo di struttura, consentirebbe di destinare risorse ad altri investimenti.
Ma, come ha ribadito l’assessore in chiusura di risposta, “al momento, nessuna decisione è ancora stata presa”.
Nella replica, la consigliera Paola Borsari (Pd) che aveva illustrato l’interrogazione, ha ricordato che “la colonia di Borgo Valsugana ha rappresentato molto per la cittadinanza e, per questo, è indispensabile approfondire e valutare le ipotesi presentate ed eventualmente anche altre”. La consigliera ha rilevato che la somma prevista per le ristrutturazioni necessarie è già rilevante “ma non si può pensare di fermarsi solo agli impianti senza adeguare anche tutto il resto. Bisognerà, quindi, verificare la sostenibilità di una riapertura e dei costi di gestione. Non sappiamo se il modello adottato finora sia ancora attuale ma è giusto esplorare altri modelli che possano rispondere alle esigenze attuali”.
