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Il M5S è una forza politica a carattere soprattutto locale, ragion per cui finora ho sempre cercato di restare nel merito degli
atti che venivano discussi, evitando fin troppo facili collegamenti ad un imbarazzante contesto politico nazionale, per la maggioranza che governa Carpi.
Ma stavolta non si può prescindere da una riflessione rispetto a quanto si decide, o meglio non decide, a Roma, perché forse mai come quest'anno scelte e situazioni di carattere politico a livello nazionale hanno ricadute dirette sulla politica e sui bilanci degli enti locali.
Nel pieno di una crisi economica senza precedenti e che deve probabilmente ancora presentare il suo conto più salato all'Italia, nessun taglio alle spese militari (è di ieri, per esempio, la decisione di continuare nel programma di acquisti degli F35), nessuno alle missioni di "pace", nessun abbattimento dei costi della politica,
nessun taglio delle province, nessun taglio alle Grandi opere inutili come il Tav.
Questo Governo, figlio di un'alleanza bislacca, incapace di decidere, perché appeso agli esiti dei processi di Berlusconi ed alle sue promesse in campagna elettorale, continua a rimandare decisioni improcrastinabili creando il caos nell'amministrazione degli enti locali, in un paese già rallentato da una struttura burocratica ed amministrativa barocca ed inefficiente.
Nella "Relazione Previsionale e Programmatica - Relazione Tecnica" è scritto:
"Ai fini della valutazione del Bilancio di Previsione 2013 è indispensabile tenere conto del quadro di confusione e di incertezza normativa
sulle più importanti leve economiche di entrata dell'Ente".


Riflessioni sulla politica nazionale ed il Governo che farebbe anche la maggioranza PD di Carpi, se non fosse che il PD è al Governo del paese;
riflessioni che non mancò di fare questa Giunta, allorché nel 2011 s'inventò un finto Bilancio di previsione partecipato, chiamato 'Bilancio Insieme',
il cui principale scopo era far sapere alla città che gli ingenti tagli al Bilancio dell'Ente erano colpa del Governo Berlusconi, ovvero di colui che oggi, impresentabile, governa il paese assieme al PD.
Avviare un percorso vero di Bilancio Partecipato con i cittadini, credo sia l'unica scelta per chiunque abbia la benché minima ambizione di guidare questa città a partire dalla prossima legislatura, l'unica possibilità di prender decisioni che altrimenti rischiano di essere comunque impopolari, stante il fatto che questa situazione di incertezza e precarietà promette di accompagnarci per molti anni ancora.
Nel 2011 i segnali della crisi c'erano già tutti e se si fosse iniziato un tipo di percorso diverso, veramente condiviso con i cittadini, probabilmente già oggi ne vedremmo i
risultati.
Entrando nello specifico del bilancio, visti i tempi ridotti per studiarlo, mi sono concentrato sulla Tares, su quella che è cioè la voce nuova e di maggior impatto nel Bilancio di previsione 2013, che proprio per via della Tares registra un aumento delle entrate di ben 10milioni rispetto al 2012.
Una tassa anomala, guarda caso introdotta sempre da un governo a maggioranza PD - PDL, contenuta nel decreto "Salva-Italia", e che per quanto riguarda la nostra città salva soprattutto le Banche ed istituti di credito che si vedono ridurre la tariffa dal 2012 di ben il 41,53%, un costo che viene spalmato su altre categorie di contribuenti. E a Carpi non si capisce in base a quale criterio andiamo a prevedere che alla categoria "22_Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub" vengano applicati i coefficienti più bassi per il calcolo della Tares, mentre a "23_Mense, birrerie, amburgheria" e "24_Bar, caffè, pasticceria, gelateria" quasi i più alti. (Le categorie di classificazione delle utenze non domestiche previste dal dpr n.158 del 1999 e ancora oggi usate, sono un programma a sè. Alzi la mano chi ha mai visto l'insegna "Amburgheria" su un pubblico esercizio o qualcuno mi spieghi perché i pub rientrano nella stessa categoria di 'Ristoranti, trattorie e osterie', mentre le birrerie vanno insieme alle 'Mense e amburgherie', oppure ancora perché le macellerie sono con i 'Supermercati, pane e pasta, salumi e formaggi, generi alimentari', mentre le pescherie e le pizze al taglio si ritrovano insieme ad 'Ortofrutta e fiori piante'. BO!)
Insomma non c'è giustizia in questo regolamento, non ce ne può essere in questo Piano Economico Finanziario, l'unica cosa giusta da farsi era, è e resta, perché sono convinto che anche questa decisione spetterà alla prossima Giunta, introdurre la tariffa puntuale dei rifiuti, con la quale ciascun utente paga in base a quanti rifiuti produce.
Ma se questo Consiglio e questa Giunta volessero, si potrebbe introdurre, già subito dopo l'approvazione scontata di questo Regolamento, un emendamento, inserendo un articolo che si trova nel Prototipo di Regolamento suggerito dal Ministero, che prevede all'Art 14 comma 4:

"Art. 14. Articolazione della tariffa
[...]
4. E' assicurata la riduzione per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche, prevista dall'articolo 14, comma 17, del decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201, e dall'articolo 4, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158, attraverso l'abbattimento della parte variabile della tariffa complessivamente imputata a tali utenze in misura
[alternativa1] percentuale pari all'incremento della percentuale della raccolta differenziata rispetto all'anno precedente, con un minimo del ...% e un massimo del ...%;
[alternativa2] percentuale, compresa tra il ...% e il ...%, dei proventi derivanti dal recupero di energia e materiali raccolti in maniera differenziata;
[alternativa3] percentuale compresa tra il ...% e il ...%, del costo evitato di smaltimento finale dei rifiuti raccolti in maniera differenziata nell'anno precedente (differenza tra i costi di smaltimento e i costi di recupero e trattamento riferiti alla quantità raccolta in maniera differenziata)".

Sempre il Propotipo di Regolamento Ministeriale nelle Note all'Art 14 così spiega il comma 4:

"Note. [...]
Il quarto comma si ricollega al disposto dell'art. 14, comma 17, del D.L. n. 201 del 2011, e dell'art. 4, comma 2, del D.P.R. n. 158 del 1999, in forza dei quali alla generalità delle utenze domestiche deve essere assicurata un'agevolazione per la raccolta differenziata, abbattendo la quota complessiva di costi variabili loro imputabile.
Tale agevolazione opera in sede di ripartizione dei costi tra utenze domestiche e non domestiche, mediante l'abbattimento della parte variabile della tariffa in misura pari ad una quota proporzionale ai risultati raggiunti dalle utenze in materia di conferimento a raccolta differenziata (art. 7, comma 1, del D.P.R. n. 158 del 1999). L'abbattimento può in particolare essere determinato in una percentuale:
a) pari all'incremento della percentuale della raccolta differenziata rispetto all'anno precedente, all'interno di prefissati limiti inferiore e superiore;
b) individuata nella delibera che fissa le tariffe all'interno di un range stabilito dal regolamento, dei proventi globali derivanti dal recupero di energia e materiali raccolti in maniera differenziata;
c) individuata nella delibera che fissa le tariffe all'interno di un range stabilito dal regolamento, del costo evitato di smaltimento finale dei rifiuti raccolti in maniera differenziata, ossia del prodotto tra la quantità della raccolta differenziata per il costo unitario di smaltimento".


Visto che non abbiamo la tariffa puntuale e non sappiamo se e quando ci arriveremo, e visto che Aimag vanta il primato della raccolta differenziata in provincia, che almeno i vantaggi economici di questi incrementi progressivi della differenziata ricadano su tutta la popolazione e vengano quantificati.

Qualche giorno fa ho assistito con molto interesse alla discussione in Consiglio comunale sul servizio di onoranze funebri comunale, l'unico dei Servizi a domanda individuale a risultare in attivo, in occasione dell'approvazione del nuovo 'Regolamento per le attività funebri, necroscopiche, cimiteriali e di polizia mortuaria'.
Sono state espresse liberamente riflessioni che forse altri servizi più articolati, complessi e difficili da comprendere, non stimolano, e sono usciti pensieri significativi
rispetto cos'è un servizio pubblico, come dovrebbe esser gestito, se liberalizzato, privatizzato o gestito direttamente dal Comune. Mi è parso di capire che quando usiamo questi termini in consiglio non li intendiamo allo stesso modo e diamo alle parole significati diversi.
Perciò credo sarebbe utile approfondire la riflessione ed estenderla a tutti i tipi di servizio: dalla gestione del verde, alla gestione delle strutture sportive, per le pulizie, piuttosto che per la manutenzione strade ecc...
E sarebbe interessante fare raffronti tra diversi tipi di gestione dei servizi, alla luce di quanto spende il Comune d'Iva all'anno in tutti i servizi esternalizzati.
Una voce che purtroppo non è dato sapere, per ragioni di contabilità, e senza la quale non è possibile fare raffronti con altre realtà per capire se ci sono margini di risparmio, nell'eventualità qualche servizio venisse internalizzato tramite, per esempio, affidamento a società in house.
Ho avuto solo il dato sulle strutture Sportive, che costano alle casse comunali circa 1.200.000 d'euro l'anno, di cui 192.336 d'Iva finiscono dalle tasche dei cittadini di Carpi, direttamente nelle casse dello Stato, senza possibilità di detrazione, quando potrebbero invece esser investite sul territorio.

 

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