Obiettivo 98 chilometri in città, 221 considerando gli itinerari provinciali --Comunicato stampa n.160 del 26/06/2013

Il Consiglio comunale di Carpi nella sua seduta di giovedì 20 giugno ha discusso il nuovo Piano per la ciclabilità, che andrà a sostituire il precedente del 1991. “Il vecchio Piano – ha ricordato presentando la delibera l’assessore ai Lavori pubblici Carmelo Alberto D’Addese - prevedeva la costruzione di radiali principali, il collegamento trasversale di queste alle secondarie nel centro della città, il completamento delle piste periferiche e nuovi percorsi naturalistici. Con la costituzione della Commissione viabilità e traffico nel 2004, in attesa dell’approvazione del Piano Generale Urbano del Traffico e dell’adozione di un nuovo Piano, gli interventi già attuati in questi anni hanno tenuto conto delle nuove normative vigenti nazionali ed europee: interventi di ricucitura delle piste esistenti, di collegamento tra le nuove urbanizzazioni e l’attuale rete e realizzazioni di piste ciclo-pedonali di collegamento verso i quartieri e le frazioni. L’attuale situazione pertanto ci permette oggi di avere più di 34 km di piste nel centro urbano e 9,5 km nelle frazioni, per un totale di km 43,7 di piste che, sommate a quelle provinciali, ci porta ad un totale di km 53,2. Con l’adozione del nuovo Piano per la ciclabilità a Carpi si punta ad avere un elevato grado di mobilità ciclistica con un occhio attento alla sicurezza e con l’obiettivo finale di estendere le piste ciclo-pedonali a tutto il territorio comunale, con una visione che tenga conto dello sviluppo urbano della città dei prossimi anni. Ricordiamo che il nuovo Piano, così come il Piano Generale Urbano del Traffico, non indica nello specifico la tipologia dei singoli interventi, che vengono demandati alle fasi progettuali, ma delineano lo sviluppo che la rete dovrà avere dando indicazioni minime. Oggi portiamo all’approvazione del civico consesso un Piano che parte da una base solida e ha un obiettivo finale di 98 km circa di piste ciclabili sul territorio urbano. Per quanto riguarda invece i tratti provinciali il balzo sarà sicuramente più lungo poiché se si parte da una base di 9.5 km l’obiettivo finale è di circa 123 km. Questi tratti, che prevedono il collegamento con i paesi limitrofi, elaborati e inseriti all’interno del PSC provinciale, potranno rappresentare un’importante opportunità per la Provincia – ha concluso - per promuovere la mobilità alternativa”.
Il dibattito è stato aperto dal capogruppo della Lista Carpi 5 Stelle Andrea Losi, che ha chiesto di procrastinare il termine di 60 giorni per la presentazione delle osservazioni, sottolineando poi che non è stata fatta una pianificazione partecipata. “Le osservazioni dovrebbero essere fatte nei mesi estivi di luglio e agosto. L’argomento è importante e merita la massima considerazione e possibilità effettiva dei cittadini di poter effettuare con ponderatezza eventuali osservazioni”. L’assessore D’Addese ha ricordato che sono già state nei giorni scorsi incontrate le associazioni ambientaliste e la Consulta Ambiente per la presentazione di questo Piano e che prima dell’approvazione definitiva passeranno comunque 60 più altri 15-20 giorni. “Le nostre controdeduzioni dovranno poi basarsi su sopralluoghi e il Piano dunque non tornerà in Consiglio prima di dicembre”. D’accordo con Losi si sono detti i capigruppo di Lega nord e ApC Alboresi e Pivetti, non il consigliere indipendente Lamma né il capogruppo Pd Dalle Ave. Losi ha accettato a questo punto di ritirare la sua mozione, riservandosi di presentare un emendamento. Dopo che l’assessore D’Addese ha ribadito a grandi linee le caratteristiche del Piano è toccato al Mobility manager del Comune Paolo Gualdi addentrarsi nello specifico di questo provvedimento, spiegando come da 12 si passerà a 14 piste radiali, che i posti bici in città sono 3000, di cui 900 in centro, che i flussi di ciclisti monitorati in 36 luoghi della città nel 2011 sono risultati maggiori dalle 7.30 alle 8.30 e dalle 10.30 alle 11.30, soprattutto verso il centro storico, la zona industriale ovest e il polo scolastico. Quattro i nuovi sottopassi ciclo-pedonali presenti nel nuovo Piano, 30 invece gli impianti semaforici a chiamata, tantissimi i nuovi collegamenti con le frazioni, la zona industriale e i paesi vicini che il Piano ha individuato, grazie anche ai collegamenti provinciali, con Modena e Novi, Correggio e Campogalliano ad esempio. Il costo totale presunto di tutti questi interventi sarà di 43.5 milioni di euro, comprensivi dei 22,1 milioni per i collegamenti provinciali.
Rispondendo alle domande dei consiglieri comunali D’Addese ha spiegato che i tempi necessari a completare il Piano “dipenderanno dalle risorse disponibili ma l’obiettivo è raggiungibile in 8-10 anni, utilizzando fondi regionali, nazionali ed europei. Stiamo poi lavorando per fare in modo che le bici elettriche si possano ricaricare in centro ai pali dell’illuminazione pubblica mentre il tracciato del Metrobus sulla ex tratta ferroviaria per Correggio, per il quale è stato chiesto un contributo, non impatta la nuova pista ciclo-pedonale in previsione”. A questo punto Andrea Losi ha illustrato un emendamento al testo della delibera, con il quale chiedeva di aumentare da 60 a 90 giorni i termini per il deposito dell’atto per la libera visione e l’eventuale formulazione delle osservazioni: Giliola Pivetti ha invece preso la parola per sottolineare la positività dell’inserimento in questo nuovo Piano del collegamento con le frazioni, per ribadire come nel reggiano le piste siano magari una semplice striscia di asfalto “ma sono più numerose e costano forse anche meno”, che in centro storico le piste sono inutili e infine per chiedere lumi su un progetto di 9000 euro per convincere i dipendenti comunali a venire a lavorare in bici di cui si era parlato tempo fa. Positivo il giudizio espresso sul Piano dalla consigliere Pd Maria Grazia Lugli, che ha illustrato le peculiarità di provvedimenti simili a favore della mobilità dolce presi dalle città vicine, auspicando infine che si diano ai cittadini più informazioni possibili su questo provvedimento. Il collega di gruppo Roberto Arletti ha fortemente criticato il tratto di pista ciclabile di via Focherini, definita “pericolosa”. Un altro esponente del Pd, Paolo Zironi, ha invece sostenuto come questo Piano “lo consegneremo alla prossima amministrazione, che dovrà sostenere questo orientamento viabilistico che dovrà comunque dare priorità alla sicurezza”. Roberto Benatti (PdL) ha dal canto suo proposto di pensare a strade ciclabili, senz’auto o con limitazioni, per favorire l’uso della bici, e ha sottolineato il prezzo al chilometro delle piste inserite nel Piano 2013, 400 mila euro. “E contro i furti in stazione dei treni non serve una gabbia come quella prevista, basta un vigile fisso. Questo Piano è comunque irrealizzabile, facciamone qualcuna subito tirando magari due linee sulla strada…”. Paolo Gelli (Pd) ha invece affermato che i dati ricavati dai flussi monitorati di ciclisti sono molto bassi e che dunque questo progetto deve far sì che venga coinvolta una fascia maggiore di popolazione. “Va fatta più attenzione ad esempio agli spostamenti dei ciclisti verso la zona industriale ovest, magari mettendo a senso unico via San Giacomo tra la Tangenziale e via dell’Industria”. Dopo un breve intervento di Losi il capogruppo del PdL Roberto Andreoli ha chiesto la parola per sottolineare come presentando questo nuovo Piano per la ciclabilità non si sia detto niente sul Piano del 1991: “se non sono stati allora compiuti degli errori perché non lo si è portato a compimento? La novità più importante sono i quattro sottopassi, compreso quello di viale Peruzzi finora sempre bocciato. Sui tempi e sulle risorse ci giochiamo la credibilità di questo progetto, che comunque non attua scelte radicali: i ciclisti invece avrebbero bisogno di zone dedicate”. E se il consigliere della Lega nord Mauro Morellini si è chiesto se in questa fase di crisi non sia un costo eccessivo quello previsto da questo Piano il collega del Pd Marco Bagnoli ha invece affermato come il provvedimento in discussione possa e debba essere meno rigido del PGTU, anche per ascoltare i cittadini e conoscere quello che pensano.
In sede di replica l’assessore D’Addese ha detto che rispetto al materiale utilizzato per le piste ciclabili l’asfalto “ha un costo di gestione sì minore dell’autobloccante ma costa di più per la sua manutenzione, che in centro storico il limite dei 30 all’ora c’è già e in piazza dei Martiri è addirittura dei 15 all’ora”, mentre il progetto dedicato ai dipendenti dell’amministrazione citato da Pivetti è “ormai quasi completato e presto verrà presentato”. Dopo aver risposto a numerose altre domande, spiegando che avrebbe tenuto conto delle sollecitazioni giunte dal dibattito, D’Addese ha concluso ribadendo che il Piano 2013 è in continuità con quello del 1991, operando un’opera di ricucitura tra varie tratte e spiegando che non si tratta di cifre, quelle presentate, che prevedono un esclusivo esborso a carico delle casse dell’ente locale, ma in compartecipazione con altre istituzioni.
L’emendamento presentato da Losi è stato alfine  votato all’unanimità, la delibera invece ha ottenuto l’ok di Pd, PdL e Luca Lamma e l’astensione di Carpi 5 Stelle, ApC e Lega nord.

Per maggiori informazioni sul Piano per la ciclabilità
www.carpidiem.it
 

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