Aspetti di vita femminile - La donna a Carpi
Mostre fotografiche a cura di Luciana Nora

 

ASPETTI DI VITA AL FEMMINILE
lungo il percorso dell'emancipazione

foto fine anni '40 inizi anni '50
Foto Silmar di Mario Peregreffi, databile tra la fine degli anni '40 e inzio anni '50

Cinque generazioni che hanno avuto modo di sperimentare il passaggio dalla subalternità sociale all’emancipazione, in primo luogo praticarono la prima volta del diritto al voto alle donne.

Sant’Antonio di Sozzigalli – Seduta da sinistra Barbara Vaccari, detta “nonna Bisa”, di fianco la figlia Annunciata, coniugata in Lugli – in piedi a sinistra, Bruna Lugli, figlia di Annunciata, coniugata in Bolzani, di fianco la figlia Elmore coniugata in Rumagnoli a Carpi. – la registrazione anagrafica patrilineare potrebbe disorientare un percorso di ricerca sulla parentela condotta da estranei, ma gli affetti superano la patrilinearità e i tratti somatici delle quattro donne adulte confermano lo stretto legame di parentela. Ognuna delle quattro donne porta i caratteri del proprio tempo nell’abbigliamento e nell’acconciatura. Quattro donne adulte che sperimentarono la prima volta del voto alle donne.
Foto Silmar di Mario Pergreffi, databile tra la fine degli anni ’40 e inizio ’50

logo Centro EtnograficoMostra fotografica a cura di Luciana Nora
Realizzata per la Casa Protetta del Comune di Soliera in occasione dell’8 marzo 2007
Si compone di 12 pannelli 70/100
Per i contenuti e i significati iconografici, può essere itinerante.

 

LA DONNA A CARPI
un capitale da portare in palmo di mano

Foto Gasparini
Foto Gasparini - Carpi, databile 1945

logo Centro EtnograficoMostra fotografica a cura di Luciana Nora
Realizzata per il Circolo Gorizia di Carpi, in occasione dell’8 marzo 2007
Si compone di 16 pannelli 70/100
Per i suoi contenuti, può essere itinerante nell’area dell’Unione Terre d’Argine

 

 

8 MARZO - FESTA DELLA DONNA

Una data scelta perché commemorativa di un evento ferocemente drammatico, consumatosi nel 1908, nel quale trovarono una morte atroce 129 operaie di un’impresa tessile di New York, data alle fiamme in reazione alle rivendicazioni delle maestranze rispetto a inaccettabili condizioni di lavoro. Questa data si fa particolarmente significativa per le tante donne carpigiane impegnate nell’industria del truciolo prima, nel tessile/abbigliamento poi.

festa donne
Manifattura Tabacchi di Modena – Sezione di Carpi -
Diffusione straordinaria del settimanale Noi donne in occasione della Festa dell’8 marzo.

madre lavoratrice
Madre lavoratrice con figlia frequentante il baliatico interno alla Manifattura
Foto Gasparini Carpi, databile 1952 marzo.


Comune di Carpi
Centro di Ricerca Etnografica
Centro di promozione sociale Gorizia

immagine

Il costume femminile tra fine ’800 e metà ’900.
Secoli di pregiudizi tra lunghe sottane scialli, piume, trini e pizzi.


logo Centro EtnograficoMostra fotografica a cura di Luciana Nora
La mostra si compone di n°36 pannelli 70/100 ed è disponibile per altri allestimenti facendone richiesta al Centro di Ricerca Etnografica del Comune di Carpi.
Per ulteriori informazioni telefonare allo 059/649969.

Premessa
Così come per ogni tematica di ricerca non è possibile generalizzare, anche trattando di abbigliamento e costume femminile si impone il sottolineare le marcate differenze dipendenti dal ceto sociale di appartenenza.
Imparagonabili gli stili di vita tra l’alta e media borghesia con il proletariato urbano e rurale, strettamente conseguenti alla condizione economica. D’altra parte, seppure in modo meno appariscente, le marcatissime differenze sono presentissime a tutt’oggi ed è possibile che siano destinate ad aumentare.
Quando in particolare l’analisi si fonda sulle immagini fotografiche e iconografiche, oltre alle sostanziali, evidenti disparità, emerge anche il dato della ricca documentazione riguardante la borghesia rispetto alla notevolmente più scarsa pervenutaci dalle altre classi sociali. D’altra parte, la stessa fotografia è stata appannaggio di pochissimi sicuramente fino al secondo decennio del ’900; successivamente diveniva più “democratica” e, in particolare, essendo il ritratto obbligatorio nei documenti di riconoscimento, per nessun adulto era possibile sottrarsi alla foto/camera. Solo dal secondo dopoguerra in poi si fa strumento di memoria collettiva e individuale attraverso il quale documentare particolarmente quei passaggi della vita ritenuti significativi, fino al quasi inflazionamento che, da poco meno di un decennio, passa attraverso foto/camere digitale e telefonini fino a circolare on line. Per dette ragioni la fotografia è anch’essa inquadrabile nella storia del costume. Un tempo davanti all’obiettivo del fotografo ci si andava abbigliati al meglio, anche nella consapevolezza che attraverso l’immagine si lasciava una traccia di sé che si sarebbe conservata nel tempo, anche oltre la vita stessa del soggetto. Stante la testimonianza dei fotografi più anziani, fino al secondo decennio del ’900, i loro gabinetti di posa erano dotati di alcuni indumenti indossabili da coloro che desideravano apparire in una condizione migliore rispetto a quella reale.

 

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