Venerdì 5 maggio, ore 20.45, Auditorium San Rocco

Venerdì 5 maggio Franco Roberti, dal 2013 Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, sarà a Carpi per ricevere il Premio Ne Vale La Pena 2017: Roberti in questa occasione, all’Auditorium San Rocco, alle ore 20.45, presenterà anche il suo saggio Il contrario della paura (Mondadori), uscito circa un anno fa. Con lui dialogherà il giornalista di Radio Bruno Pierluigi Senatore.
Ricordiamo che tutti gli incontri del ciclo (promosso dal Comune di Carpi in collaborazione con Radio Bruno, Rock no War, Libreria Mondadori e A.n.i.o.c, ovvero l’Associazione Nazionale Insigniti Onorificenze Cavalleresche, Delegazione Provinciale e Comunale Modena-Carpi) sono gratuiti. L’ingresso all’incontro, reso possibile grazie alla collaborazione della Fondazione CR Carpi, è consentito fino all’esaurimento dei posti disponibili all’Auditorium.
Il Premio Ne Vale La Pena, giunto alla sua quarta edizione, in passato ha premiato Rita Borsellino, Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, Nino di Matteo per il loro impegno in prima fila nella lotta per la legalità.

“Erano passati pochi giorni dagli attentati terroristici di Parigi del 13 novembre 2015, quando ricevetti la telefonata di un vecchio amico: ‘Franco, dovrei partire con la mia famiglia per una vacanza. Che dici? Annullo tutto? Dobbiamo avere paura?’. “È stato dopo quella conversazione – spiega Roberti - che ho deciso di scrivere questo libro. La preoccupazione del mio amico era la stessa, come dimostrano tutti i sondaggi, della maggioranza degli italiani che, di fronte alla barbarie terrorista o alla forza di intimidazione della criminalità organizzata, sempre più spesso rispondono con la paura. Che tende a trasformarsi in razzismo, xenofobia, se non addirittura in collaborazione, magari involontaria, con i mafiosi. Proprio per questo diventa una priorità spiegare perché è necessario non avere paura: continuare a uscire, viaggiare, frequentare cinema e concerti significa lottare contro i terroristi, il cui unico obiettivo è privarci delle nostre libertà. Così come denunciare chi chiede il pizzo, le imprese che alterano la libera concorrenza, i mafiosi che truccano gare d'appalto e concorsi pubblici, fidandosi dello Stato che è in grado di garantire sicurezza e protezione, significa liberarsi dalle catene con cui la criminalità organizzata tenta di imprigionare, ogni giorno, le nostre vite. Ma perché i cittadini possano fidarsi delle istituzioni, è necessario che ognuno si assuma le proprie responsabilità e che tutti dicano la verità. La politica, che deve adottare parole e leggi chiare. La giustizia, che ha il dovere di assicurare provvedimenti seri in tempi certi. La società civile, che deve marcare chiaramente, senza ambiguità, la linea d'ombra tra legalità e illegalità. Per affrontare efficacemente la sfida epocale alle mafie e al terrorismo non basta il pur necessario contrasto investigativo-giudiziario, come se si trattasse di una semplice questione di ordine pubblico, bensì occorre rimuovere le cause politiche, economiche e sociali che ne hanno favorito lo sviluppo: mafia e terrorismo fungono da agenzia di servizi delle povertà, svolgendo una funzione sostitutiva rispetto alle lacune dello Stato. E hanno in comune il piano criminale di privarci delle nostre libertà e usare il terrore come strumento per moltiplicare le loro ricchezze. Ma la consapevolezza del pericolo mortale che corriamo non deve spaventarci. Perché la verità è il contrario della paura”.
 

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