Il Consiglio comunale lo ha votato all’unanimità nel corso dell’ultima seduta

Carpi ha uno Statuto comunale aggiornato. Nel corso della seduta del Consiglio di giovedì 9 febbraio è stato infatti approvato all’unanimità il nuovo atto fondamentale dell’amministrazione locale. Frutto di un lungo lavoro di confronto in Commissione consiliare il nuovo Statuto, che sostituisce quello del 1999, recepisce le numerose modifiche normative intervenute in questi anni, rendendolo più adeguato ai giorni nostri. Tanto per fare un esempio dopo il 1999 sono stati approvati il nuovo Testo Unico degli Enti Locali (T.U.E.L.), è nata l’Unione delle Terre d’Argine, sono stati approvati fondamentali strumenti regolamentari delle attività del Comune. Dopo quattro riunioni della Commissione consiliare in Consiglio si è arrivati a condividere il testo così modificato, ma il dibattito è stato comunque molto ampio su due emendamenti all’articolo 14 (in particolare al comma 5) dello Statuto, presentati l’uno dal capogruppo Marco Reggiani per il Gruppo Pd e l’altro da Monica Medici (M5S), firmato quest’ultimo non solo dai rappresentanti del Movimento ma anche da Carpi Futura.
Al termine della discussione si è arrivati al voto sui due emendamenti: quello del Pd riformulava il comma 5 dell’articolo 14 aggiungendo tra le materie sulle quali non si può intervenire con un referendum “gli atti di Pianificazione esecutiva, mentre sono ammessi i referendum propositivi su specifiche proposte d’intervento anche qualora richiedessero interventi sugli atti di pianificazione”. Il documento di M5S e CF invece chiedeva di comprendere lo Statuto e il Regolamento del Consiglio comunale tra le materie sulle quali non si può intervenire con un referendum, così come le materie già oggetto di consultazione referendaria negli ultimi 5 anni e gli “Atti di pianificazione generale ed esecutiva, ammettendo operò referendum propositivi su specifiche proposte d’intervento anche quando richiedessero interventi sugli atti di pianificazione”.
Il primo emendamento è stato votato all’unanimità, il secondo dai soli gruppi proponenti, con il no del Pd e l’astensione degli altri gruppi. Lo Statuto così emendato è stato poi votato all’unanimità. La delibera per poter essere approvata già nella prima votazione avrebbe dovuto raccogliere il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati (17 voti su 25).

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