Discussa in aula un’interpellanza di Alleanza per Carpi

Il Consiglio comunale di Carpi nella seduta di giovedì 12 luglio ha affrontato il tema del credito per le piccole e medie imprese, sulla scorta di un’interpellanza presentata dai consiglieri di Alleanza per Carpi Giliola Pivetti e Giorgio Verrini. Il documento ricordava come il problema del difficile accesso al credito bancario si aggravasse a Carpi a causa delle difficoltà del settore tessile, della crisi internazionale, delle rigidità del sistema bancario anche locale. “Molti imprenditori carpigiani non ce la fanno più e stanno perdendo la fiducia nelle possibilità di rimonta del loro lavoro, contribuendo alla sensazione di una recessione dell’economia cittadina. Momenti ancor più difficili attenderanno anche il Comune se l’intera economia della città andrà in crisi. Chiediamo dunque alla Giunta – si legge nell’interpellanza - se ha la percezione reale delle dimensioni del problema, se ci siano contatti con le banche cittadine in corso per cercare soluzioni al riguardo e ridare ossigeno alla città, se intenda promuovere un Consiglio comunale aperto sul tema del credito alle piccole e medie imprese”. Dopo che Giliola Pivetti ha ribadito che la situazione deve essere letta ora in senso ancora aggravato a causa del terremoto di maggio, l’assessore all’Economia Simone Morelli ha preso la parola e ha anch’egli sottolineato come l’accesso al credito sia un problema reale, come la riforma del credito sia un tema nazionale e che si potrebbe promuovere un incontro tra banche, associazioni di categoria e rappresentanti dei cittadini che siedono in Consiglio. “La Regione ha insistito in questi anni sul tema dei Consorzi fidi mettendo risorse ma se non ci sono politiche nazionali al riguardo…E sottolineo come buona pratica territoriale il microcredito alle imprese”.
Il capogruppo del PdL Roberto Andreoli dal canto suo ha specificato come le direttive Basilea 2 e 3 nel nostro territorio, colpito dal sisma, non andrebbero applicate e come le banche, “anche quelle che si dicono vicine al territorio in realtà non lo siano veramente. Ci vuole un cambiamento epocale, politico e culturale”. Il consigliere Roberto Arletti (Pd) ha invece ricordato che le banche sono società per azioni che prestano soldi. “Voi li prestereste a chi non ve li restituirebbe? L’Italia poi è a ‘rischio paese’ e non è che se va male l’economia di un territorio o di una città la banca non ne risenta. Bisognerebbe magari che i Comuni, quando possono contribuire ad eleggere rappresentanti nei Consigli di amministrazione delle Fondazioni che controllano certi istituti, fossero più incisivi nelle scelte…”. Una nuova classe dirigente a capo degli istituti di credito è invece stata la richiesta fatta da Marco Bagnoli (Pd), “soprattutto in quelli più piccoli che sono un asset fondamentale per il post-terremoto”. E se Bruno Pompeo (anch’egli Pd) ha ricordato che i soldi resi disponibili dalla Bce per finanziare le imprese al tasso dell’1 per cento “le banche se li siano tenuti per comprare i Bot al 7%: il Comune farebbe bene a mettere in piedi un’iniziativa con le banche locali”. In conclusione del dibattito la capogruppo Pivetti si è detta molto soddisfatta delle risposte dell’amministrazione e degli interventi dei colleghi. “Facciamo sentire alle banche locali che le teniamo d’occhio e che c’è bisogno di un cambiamento culturale…Devono farsi carico dell’economia in generale, sono parte – ha detto - del tessuto produttivo”.
 

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